Oggi, a distanza di mesi dall’esordio della pandemia, frasi come “andrà tutto bene” che popolavano balconi, finestre e post su Facebook o che punteggiavano le nostre conversazioni, mostrano tutta la loro strutturale fragilità.
L’ottimismo non ha retto all’urto del coronavirus, la speranza, quella no, non si spegne, ma ha bisogno di essere continuamente alimentata. “La speranza – scrive Václav Havel – non è per nulla uguale all’ottimismo, non è la convinzione che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso indipendentemente da come andrà a finire”. Questo libro ci aiuta a coltivare la speranza.
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