La Madonna Sistina di Raffaello è uno dei capolavori del Rinascimento.
Dipinta su commissione di Giulio II per la chiesa di San Sisto a Piacenza, fu poi acquistata da Augusto III di Sassonia e portata a Dresda. Qui il dipinto fu esposto al mondo intero, affascinando i filosofi e i poeti tedeschi (Goethe, Hegel, Novalis tra gli altri). Ma è soprattutto sui russi che esercitò un richiamo irresistibile, investendo «zone profonde, ineffabili, misteriosamente spirituali, persino per i non credenti, o presunti tali», osserva Bianca Gaviglio. Dostoevskij la richiamò in molte sue opere e ne tenne una copia nel suo studio, come del resto fece anche Tolstoj. Bakunin riconobbe nel dipinto effetti salvifici. Persino Stalin sembrò rimanerne stregato. Per non parlare dell'impressione che fece su Vasilij Grossman. È un'attrazione magnetica quella esercitata dal dipinto, suscitatore di «un incontro, una nuova conoscenza, un miracolo» come scrisse il filosofo Sergej Bulgakov.
“La Madonna Sistina di Raffaello è un enigma ben più profondo della celebre Gioconda di Leonardo.
Lo racconta bene il libretto di Bianca Gaviglio Raffaello, la madonna Sistina e i russi (Lindau 2020), che esce curiosamente insieme al film di Nicola Abbatangelo “You, story and glory of a masterpiece”.
Gaviglio si concentra su uno dei tanti quesiti che si trovano dentro l’enigma generale del quadro: perché questo quadro occidentale è stato ed è tanto importante nella cultura russa?
Il libro è volutamente non accademico ed è dunque facile da leggere, appassionato e appassionante. Così uno scopre Dostoevskij in preghiera estatica davanti a questo quadro e Bulgakov in lacrime. Ritrova Bakunin che avrebbe voluto fare una rivoluzione marciando dietro alla Madonna Sistina e Tolstoj che non ne capiva il fascino ma, forse, almeno in punto di morte, avrebbe tanto voluto capirlo.
Di fatto, come racconta anche il film di Abbatangelo, è proprio l’intersecarsi dell’umano e del divino in quel quadro che risulta tanto potente ed enigmatico, fino a far pensare a Vasilij Grossman, autore russo eroe sia del film sia del libro, che esso rappresentasse l’anima immortale dell’essere umano nel suo momento migliore, quello di donna e di madre, mentre passa dentro tutti gli orrori della storia, portando una salvezza vittoriosa e paradossale.
Gaviglio giustamente riflette su questo incontro/confine tra cielo e terra, tra Russia ed Europa, tra un cristianesimo e l’altro. Questo punto di confine, nel quale nasce ogni bellezza, è ciò che la logica chiama vaghezza, il momento in cui un’idea, un oggetto, un termine sono ancora indeterminati: hanno già tutto la ricchezza futura di significati, ma non li hanno ancora definiti. A questa vaghezza, intesa nel suo senso più ampio, fisico, cognitivo e metafisico è dedicata una disciplina che avrà un futuro e che i lettori di Zafferclicca quiano.news possono cominciare ad appuntarsi: orotica, da oros, lo studio dei confini. È in questo confine che nasce ogni bellezza e ogni desiderio, ma anche ogni successiva logica. È in questo confine misterioso che Raffaello ha intinto il suo pennello mentre dipingeva la sua e nostra Madonna Sistina” (di #GiovanniMaddalena da Zafferano.news del 12 settembre 2020).