La crisi dei partiti, la sfiducia verso le istituzioni e l’ascesa dei nuovi populismi; una precarietà sempre più opprimente; il malessere diffuso che dà luogo ad apatia o a violenza incontrollata; le dimissioni di un pontefice e l’attardarsi al potere di una classe dirigente incapace di crearsi degli eredi: questi sono i fenomeni che si intrecciano nell’Italia degli ultimi anni, creando una situazione di instabilità profonda, difficile da interpretare e quindi da risolvere.
In questo libro-intervista, uno dei più stimati psicoanalisti italiani di oggi propone una lettura della nostra vita politica e più in generale collettiva attraverso le categorie su cui basa da sempre il suo lavoro di ricerca e la sua pratica clinica: il desiderio e la Legge, il rapporto con l’Altro, il narcisismo, la dinamica del conflitto, la relazione fra padri e figli.
È un percorso originale e affascinante che ci porta – superando le facili interpretazioni di giornalisti, politologi, sociologi – a capire non solo cosa accade davvero nella mente degli italiani (e di chi dovrebbe governarli), ma anche da dove possono ripartire un dibattito e un’attività pubblica psicologicamente sani, liberi da logoranti perversioni e fatti di responsabilità, testimonianza, coraggio.
Massimo Recalcati è uno psicoanalista lacaniano e autore. Si è formato alla psicoanalisi a Parigi con Jacques-Alain Miller. Tra i più noti psicoanalisti in Italia, è membro analista dell’Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi e direttore dell’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata).
Ha insegnato nelle Università di Milano, Padova, Urbino e Losanna. Oggi insegna Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università degli Studi di Pavia e Psicoanalisi e scienze umane presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università degli Studi di Verona.
Nel 2017 ha vinto il Premio Ernest Hemingway, Testimone del nostro tempo. Ha tenuto conferenze e seminari in diverse città d'Italia e d'Europa (Dublino, Ginevra, Valencia, Madrid, Parigi, Siviglia, Losanna, Granada). Da anni affianca alla pratica clinica la scrittura.
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