Mentre l'Italia e tutto il resto del mondo si ritrovano precipitati in una crisi economica e sociale gravissima nessuno ci pensa, ma questo decennio è cominciato con il bunga bunga.
Che fai, mi cacci?, disse Fini a Berlusconi.
Chi si ricorda più di Emanuele Filiberto sul palco di Sanremo?
E del Trota?
E dello spread a quota 528?
Se ci dimentichiamo, non riusciamo a capire come siamo arrivati qui.
Il virus si è rivelato una calamità di dimensioni che nessuno poteva immaginare, neanche quando Wuhan chiuse, neanche quando Codogno chiuse, e intanto la famosa sanità lombarda è crollata, con il più alto numero di vittime in Italia e le conseguenze di una tragica serie di scelte sbagliate e ripetute.
Al centro e alla periferia di questo disastro ci sono molti protagonisti di lunga data.
Tanti nodi sono rimasti irrisolti, tanti errori sono stati ignorati. Come abbiamo fatto a non impedirlo?
In questi dieci anni abbiamo assistito senza fare abbastanza alla tragedia dei migranti in mare, al renzismo, al populismo e al sovranismo, alla farsa dell'abolizione della povertà, all'infamia dei porti chiusi, a Mafia Capitale e alla deriva della giustizia, alla decrescita industriale, abbiamo imparato a usare lo smartphone e scoperto il bosone di Higgs, abbiamo visto i comici al governo, l'invasione delle fake news, i "pieni poteri" e il Papeete.
L'Italia si è trasformata profondamente. È come un romanzo pieno di scandali, intrecci e svolte inaspettate. I protagonisti siamo noi. Ma conosciamo davvero tutte le regole e i segreti di questo gioco complicatissimo? Enrico Deaglio chiude la trilogia di Patria con una grande cronaca in diretta degli ultimi dieci anni di storia italiana. Ci sarà un happy end?
Enrico Deaglio, si è laureato in Medicina a Torino nel 1971, comincia poi la carriera da giornalista della carta stampata e della televisione negli anni settanta, presso il quotidiano «Lotta Continua», di cui è stato direttore dal 1977 al 1982. Successivamente lavora in numerose testate tra cui «La Stampa», «Il Manifesto», «Epoca», «Panorama», «L'Unità». Tra il 1985 e il 1986 è direttore del quotidiano «Reporter» e collaboratore del quotidiano «La Stampa» di Torino. Alla fine degli anni Ottanta comincia a lavorare come giornalista televisivo per Mixer: segue in particolare le vicende della mafia in Sicilia e viene inviato per programmi di inchiesta in vari paesi. Negli anni novanta conduce vari programmi d'inchiesta giornalistica di attualità su Raitre, tra cui: Milano, Italia (gennaio-giugno '94), Ragazzi del '99 (1999), Così va il mondo, Vento del Nord e L'Elmo di Scipio. Dal 1997 al 2008 dirige il settimanale «Diario». Oltre ad alcune opere di narrativa, ha pubblicato vari libri-inchiesta tra cui “La banalità del bene - Storia di Giorgio Perlasca” (Feltrinelli), “Patria 1978-2008” (il Saggiatore). Tra gli ultimi suoi lavori si ricordano: “Il vile agguato” (Feltrinelli), “Storia vera e terribile tra Sicilia e America” (Sellerio), “La zia Irene e l'anarchico Tresca” (Sellerio), “La ferita del secolo scorso” (Feltrinelli), “La bomba. Cinquant'anni di Piazza Fontana” (Feltrinelli) e “Patria 2010-2020” (Feltrinelli).