Ma vediamo qual'è la sua storia, le sue caratteristiche e la tradizione che si tramanda da moltissimi anni da padre a figli.
Come tutti i piatti popolari di ogni zona, anche la "paella" è l'unione degli elementi culinari che ogni popolo ha intorno a se stesso.
Infatti la zona di Valencia è sempre stata ricca di verdure fresche grazie alla campagna valenciana, di polli e conigli per quanto riguarda la carne, e la vicinanza della zona denominata "Albufera" (che tradotto significa "laguna"), caratterizzata dalla presenza di risaie, soddisfa le condizioni necessarie per la creazione di questo piatto.
L'origine del nome "paella"
L'origine del nome del piatto più famoso della cucina spagnola proviene dal nome della pentola nella quale si cucina, cioè "paella o paellera". Infatti la "paella" è una padella alla quale è stato tolto il manico per sostiutirlo con due maniglie in grado di sostenere il peso della pietanza, possiede un diametro minimo di 20 cm e a seconda di questo varia l'altezza dei bordi e di consegunza anche il numero delle razioni da cucinare. Una paellera di 20 cm è indicata per una razione, di 28 cm per due razioni, di 30 per 3, di 40 per 8 e di 55 per 15 e così via fino ad arrivare a quelle gigantesche utilizzate nel corso di sagre paesane o avvenimenti particolari, come ad esempio partecipare al concorso dei "guiness dei primati".
Il materiale principale con il quale viene fabbricata una padella di qualità è il ferro lavorato a mano o in acciaio. Logicamente al giorno d'oggi i materiali in commercio sono molti e svariati. Possiamo datare la nascita della "paella" tra il secolo XV e XVI, per la necessità dei contadini e pastori di avere un pranzo facile da trasportare e composto da ingredienti presenti attorno a loro. Per quanto riguarda la "paella de marisco", di pesce, non abbiamo date certe per segnalare la sua origine, ma la possiamo definire come versione della costa alternativa a quella della campagna.
La tradizione vuole che la "paella" venga cucinata all'aria aperta e possibilmente con legna d'arancio, che a Valencia è facile trovare. Questa legna, a parte dare alla "paella" un certo aroma, ha la caratteristica di mantenere un fuoco costante e facile da controllare, visto che in molte parti dell'elaborazione del piatto, bisogna regolarne il calore. Quando non è possibile utilizzare la legna il sistema più utilizzato è una serpentina circolare e a gas per distribuire equamente il calore a tutta la "paella".
Curiosità del mondo della "paella"
La "paella" è un piatto tipico da consumare a pranzo e non a cena. Attenzione ai ristoranti o bar che la propongono anche di sera, dobbiamo verificare che non venga riscaldata quella cucinata a pranzo.
Il giorno in cui i valenciani si ritrovano attorno al fuoco ed in famiglia per mangiare una "paella" è la Domenica a pranzo, per le caratteristiche festive di questa giorno della settimana. Meno chiara è la motivazione per cui la "paella" viene consumata anche il Giovedì. Due le ipotesi, una che fa riferimento ai ritardi di consegna del pesce, per preparare il brodo, che non arrivava ai paesi interni prima del giovedì e un'altra dell'epoca franchista, quando alcuni domestici avevano il giorno libero proprio il Giovedì, lasciando per la notte del Mercoledì tutti gl'ingredienti pronti per agevolare la "signora" di casa, ignara dei segreti della cucina, che doveva solo "affrontare" il riso, mescolare e far riposare.
La "paella" possiede un riconoscimento in tutto il mondo e moltissimi avvenimenti e feste paesane sono caratterizzati dal mangiare assieme la "paella", molte volte cucinata in strada o in aree adibite.
Molte sono le varianti della "paella", con questo senza questo, di pesce, di carne, mista o di sole verdure ... con vino rosso o bianco , ect.
Ma ricrdiamo che che quella originale è la valenciana cucinata con pollo, coniglio e verdure.
Per preparare la Paella a la valenciana, spazzolate le cozze, fatele aprire a caldo, quindi sgusciatene una parte (le altre resteranno nel mezzo guscio) e conservate anche il loro liquido filtrato. Tagliate a rocchi la salsiccia e a pezzi il pollo. Bruciacchiate i peperoni sulla fiamma viva, spellateli, privateli dei semi e riduceteli a piccole falde. Nell’apposita padella di ferro (paellera), soffriggete in 6 cucchiaiate d’olio caldo 4 spicchi d’aglio interi, i pezzi di pollo, la salsiccia e la polpa di maiale, anch’essa a cubetti. Salate e pepate. Non appena il tutto sarà colorito, toglietelo dal fuoco e, nello stesso grasso di cottura, fate crogiolare il riso con una cipolla tritata fine. Sfumate con mezzo bicchiere di vino, quindi bagnate con il liquido delle cozze, colorato con una bustina di zafferano, e tanto brodo di pollo quanto sarà necessario a coprire tutto il riso. Riducete la fiamma, lasciate cuocere per 8′, senza mescolare, poi aggiungete nella padella il misto di carne rosolato, le falde di peperone, i piselli, i gamberoni e completate la cottura in altri 8′ circa; per ultimo, correggete di sale, pepe e unite le cozze sgusciate e quelle nel guscio che serviranno da guarnizione.
Servite la paella calda, guarnita a piacere.