Non può esistere vera accoglienza dello straniero, migrante profugo clandestino, se non si stabilisce con chiarezza e serenità quale sia la "casa comune" entro la quale ospitare chi di quella casa, fino al giorno prima, non era parte. E quindi sì, i confini sono una bella cosa, quando questi restano aperti, permeabili, una linea di comunicazione e non di chiusura.
L'Europa può ripartire o ritrovarsi proprio nei propri confini. Vivendoli, indagandoli, interrogandoli. Ad esempio dovremmo tornare a visitare i cimiteri, lungo il Piave o sull'altopiano di Asiago, che ospitano, a fianco dei morti che non stupiscono, ossia quelli italiani e austroungarici, centinaia di giovani morti tedeschi, francesi, inglesi. Addirittura qualche cimitero musulmano per i reparti bosniaci sudditi di Francesco Giuseppe ... se dimentichiamo questa memoria rischiamo di veder crescere i muri di divisione che con tanto sacrificio i nostri padri hanno lottato per abbattere.
L'importanza della memoria
Non può esistere una vera comunità europea se non si procede dall'iniziale riconoscimento e dalla valorizzazione delle diverse identità linguistiche e storiche di ogni comunità nazionale.