Oggi rischiamo una pandemia economica e sociale che va gestita prima che sia troppo tardi. Guai ad avere l’approccio che hanno avuto gli Stati e l’OMS con il Covid. Un approccio surreale. Hanno iniziato ad affrontare seriamente il virus solo a pandemia sanitaria avvenuta, solo quando gli ospedali erano al collasso.
Il Governo ha poi presentato misure per affrontare l’emergenza economica. Ma, al di là dell’adeguatezza o meno di quanto si è definito, i tempi di applicazione dei provvedimenti sono subito apparsi troppo lenti rispetto alle drammatiche necessità di cittadini e operatori economici. Bisognerà far fare al Paese un salto culturale per far si che la burocrazia sia al fianco di chi fa impresa onestamente e non rappresenti un ulteriore ostacolo. Non possiamo permettercelo!
Guai a cercare di rimediare a ritardi ed errori soltanto quando avremo il paese al collasso economico. Sono in gioco l’Interesse Nazionale e la vita di milioni di famiglie.
È molto grave l’emergenza che sta vivendo il settore turistico a seguito della diffusione del Covid-19.
Sono necessarie e indispensabili iniziative per contrastare la crisi del Turismo e dare risposta all’allarme, in più occasioni, lanciato dagli operatori del settore che chiedendo provvedimenti straordinari come lo stato di emergenza, poiché il Turismo, che in Italia rappresenta il 13% del Pil, è stato il primo comparto a chiudere e sarà probabilmente l’ultimo a ripartire.
Occorre anche tenere presente che la mancata riapertura delle strutture alberghiere e dei ristoranti, o non riuscire a metterle nella condizione di coprire i costi e quindi fare utili d’impresa, mette queste attività nel mirino di operatori esteri, ma anche delle mafie, che dispongono delle risorse economiche per acquisire imprese del settore.
Per salvare la stagione e centinaia di migliaia di posti di lavoro, tutti i segmenti della filiera turistica hanno bisogno di sapere se i rappresentanti governativi intendono dare forma con urgenza, ascoltando gli operatori del settore, a un piano che ci permetta di essere pronti per riprendere le attività quando ci saranno le condizioni.
Le variabili da considerare sono davvero molte e vanno tutte vagliate, sulla base dell’esperienza, ma occorre lavorare a stretto contatto con le istituzioni, ma le stesse devono confrontarsi con i rappresentanti del settore turistico.
Occorre fare chiarezza insieme per arrivare a soddisfare il desiderio delle persone di poter vivere una vacanza serena, perché, se non affronteremo questa difficile realtà - al più presto - rischiamo che il settore subisca un danno pressoché irreversibile.
Il comparto turistico, è a rischio di implosione non soltanto per il blocco delle attività, ma soprattutto per l’assenza di una prospettiva, in primis, di carattere legislativo che è fondamentale per ogni aspetto operativo.
Mettere al più presto a fuoco la maglia normativa omogenea su scala nazionale all’interno della quale poter operare è una condizione ineludibile per scrivere un nuovo vocabolario del turismo che, da un lato, sia espressione di un nuovo modo di organizzare l’offerta e, dall’altro, permetta alle persone di capire come dar seguito al desiderio e alla necessità di viaggiare.
La stagione quest’anno sarà molto corta e i nodi da dipanare sono ancora troppi per poter pensare di continuare a posticipare azioni concrete legate alla costruzione e alla promozione dell’offerta che si prospettino economicamente sostenibili.
Occorre:
- delineare gli scenari possibili in cui muoversi;
- individuare tempi che sono fondamentali per il turismo come, ad esempio, la riapertura delle scuole;
- lavorare ai format e ai protocolli da applicare alle strutture ricettive, alla ristorazione, ai servizi e ai trasporti;
- inquadrare eventuali responsabilità e coperture assicurative;
- comprendere come sarà regolata la mobilità tra le varie regioni e i vari Paesi.
I tour operator sono pronti a ripartire, così come lo sono le strutture alberghiere e la distribuzione, ma non è possibile farlo al buio. Occorre capire come poter aprire e di chi saranno i costi e le responsabilità delle riaperture.
Accanto al quadro normativo è altrettanto necessario agire di concerto per varare misure di impronta economica che vadano, per esempio, nella direzione di:
- erogare un contributo trasporto per i pacchetti turistici;
- abbassare l’IVA sui pacchetti turistici nel regime speciale 74ter dal 22% al 10%, al pari dell’IVA alberghiera.
I contributi a chi viaggia sono sicuramente utili, ma gli interventi devono necessariamente interessare anche chi crea l’offerta che dovrà affrontare costi importanti per adeguare strutture, trasporti e servizi a fronte di un’ingente diminuzione di entrate e margini.
Per il settore, un contributo per i trasporti legati ai pacchetti turistici è una proposta attuabile e che può essere portata avanti. Questo contributo è già stato previsto in passato per molte operazioni, sia dedicato a tour operator esteri, per sostenere rotazioni charter più o meno lunghe durante la stagione, sia per favorire il traffico in particolari aeroporti, con operazioni charter anche di traffico domestico nord-sud.
Un’altro intervento molto utile potrebbe essere quello dell’abbassamento dell’Iva nel Regime speciale 74ter dal 22% al 10%, riduzione che avrebbe un impatto favorevole non solo per l’ovvio pagamento dell’imposta sul guadagno, ma che permetterebbe anche una riduzione dei prezzi, fattore molto importante per ciò che riguarda l’offerta in un momento in cui sarà determinante essere subito molto competitivi e la “Booking Window” (la finestra di prenotazione che indica il tempo intercorrente tra la data di prenotazione e la data di arrivo), sarà notevolmente ridotta.