Nella "nota dell'autore" Guido Mezzera scrive:
«Quello che più mi ha affascinato di Lucio Dalla, di quello che ha cantato attraversando mondi musicali e mondi reali tra i più disparati, è la sua capacità di stupirsi: davanti a qualcosa di eclatante, spudoratamente grande, bello, unico, originale, come difronte a ciò che è semplice, apparentemente banale, usuale, consueto.
Le sue canzoni raccontano storie di imprese leggendarie, come di momenti di vita quotidiana; sogni di infinito e modesti desideri di gente comune.
E proprio la capacità di raccontare la bellezza nascosta nelle povere cose, nelle piccole vicende dei protagonisti delle sue canzoni, mostra la profondità e la sensibilità dell’anima di Lucio Dalla, carnale e spirituale al tempo stesso.
C’è una canzone di Dalla, intitolata ‘Henna’, un brano meno noto di altri, che ha un testo bellissimo, che mescola una piccola, privata storia d’amore, con quella del mondo intero, che va a rotoli, il dramma di un’umanità ferita dalle guerre, dalle violenze.»
La canzone termina così:
«Forse ti chiamerò
perché vedi io credo che l'amore
è l'amore che ci salverà.
Vedi io credo che l'amore
è l'amore che ci salverà».
"Dunque quale bellezza salverà il mondo?" Questa è la domanda che Dostoevskij pone al Principe Miskin, e a tutti noi. "E’ l’amore che ci salverà!" Questa la risposta, impegnativa e compromettente, che Lucio Dalla ci ha lasciato.